Quando pensiamo alla perdita di udito i primi a venirci in mente sono gli anziani, ma recenti studi hanno dimostrato che l’ipoacusia è un problema in aumento soprattutto tra le nuove generazioni. Talvolta essa è imputabile a otiti o malattie genetiche, ma un’incidenza notevole è dovuta all’abuso di alcol, farmaci e fumo oltre che ai cosiddetti “traumi acustici”, che hanno aggravato drasticamente il rischio di incorrere in una diminuzione dell’udito. La prolungata esposizione al rumore e l’utilizzo di smartphone e dispositivi audio personali, infatti, sono tra i principali fattori che determinano la perdita di udito tra i giovani.
Un ascolto della musica in cuffia a un volume troppo elevato (al di sopra degli 85db), perdurato nel tempo, può causare dapprima acufeni e diversi fastidi alle orecchie, per poi comportare una vera e propria diminuzione della capacità uditiva. Stesso discorso vale per gli ambienti affollati e rumorosi, come pub, club o discoteche, all’interno dei quali è consigliabile adottare alcune misure precauzionali, per ridurre il rischio di ipoacusia: stare lontani da casse e altoparlanti, uscire per almeno 15 minuti ogni 90 minuti di permanenza, indossare protezioni uditive in caso ci si trovi allo stadio, a un concerto o in discoteca.
Diverse ricerche hanno dimostrato che il 50% dei giovani in età adolescenziale espone le proprie orecchie a un ascolto prolungato per più di otto ore al giorno e a livelli eccessivi di rumore, oltre gli 85db ed è questo il principale fattore che comporta il rischio di una progressiva perdita di udito.
Tutti gli adolescenti che trascurano anche i più piccoli segnali di fastidio non sanno che eventuali danni riconosciuti troppo tardi, ovvero a distanza di mesi o addirittura anni, possono pregiudicare le possibilità di un recupero. Per questo è importante non soltanto prevenire il rischio con un uso più consapevole dei dispositivi digitali e un’attenzione maggiore al volume dell’ascolto, ma effettuare un controllo preventivo dell’udito per verificare l’eventuale insorgenza di ipoacusia.
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