Molti pazienti che si trovano da anni ad affrontare gli acufeni arrivano per frustrazione a ritenere che la cura per l’ acufene non esista. L’acufene, infatti, pur non essendo una malattia, è uno dei disturbi dell’udito più diffusi e ostici, e colpisce circa il 20% della popolazione. In medicina si tende a considerarlo un sintomo di altre patologie, consistente nella percezione di rumori pulsanti o persistenti (quali fischi, ronzii, fruscii) che vengono avvertiti dal soggetto nelle orecchie o al centro della testa pur non essendo emessi apparentemente da nessuna fonte.
La difficoltà ad affrontare questo disturbo spesso deriva dal suo carattere multifattoriale.
L’acufene, infatti:
-può derivare da differenti cause;
-può essere percepito in modo diverso in base alla sua intensità, alla sua natura e alle peculiarità del soggetto che ne è affetto;
-può essere curato in modi diversi a seconda dei fattori sopraelencati.Spesso la frustrazione provocata da un fallimentare percorso di trattamento induce il paziente a credere che la cura per l’acufene non esista, ma numerosi studi hanno dimostrato che in realtà i trattamenti possono rivelarsi molto efficaci, purché si scelga quello più idoneo alla fattispecie del problema.
Innanzitutto per individuare la giusta cura per l’ acufene è necessario riuscire a identificarne la causa: sia essa una condizione fisiologica o mentale. L’acufene, infatti, è soggetto a reciproche implicazioni con il sistema nervoso e spesso nasce da svariate cause per nulla connesse all’apparato uditivo.
Può derivare da:
-esposizione ad ambienti rumorosi;
-ipoacusia;
-diabete;
-problemi tiroidei;
-intossicazione da zuccheri, alcool e farine bianche;
-uso di farmaci ototossici;
-uso di farmaci antidepressivi, sedativi, anti-infiammatori;
-infezioni;
-disturbi neurologici;
-alcolismo;
-alterazioni otologiche;
-aterosclerosi;
-otosclerosi;
-ipertensione;
-fattori psicologici.
Soprattutto questi ultimi hanno un’influenza determinante nell’insorgenza e nella gestione dell’acufene: in generale, in quasi tutti i pazienti in cui l’acufene assume una frequenza persistente si riscontra uno stato d’ansia accompagnato al disturbo. Talvolta, l’ acufene può essere generato da cause psicosomatiche, o comunque comportare conseguenze rilevanti connesse al benessere psicologico. Ansia, depressione, disturbi dell’umore e del sonno possono essere connessi all’insorgenza dell’acufene o esserne una conseguenza. Talvolta anche le particolarità caratteriali del singolo soggetto possono influenzare l’approccio all’ acufene. La cura per l’acufene, quindi, può rivelarsi semplice in caso di un paziente con un buon approccio, o tortuosa se si innesta su altri disturbi o viene affrontato male.
In generale, però, occorre considerare che sono state brevettate numerose forme di terapia negli ultimi anni, non solo farmacologica, che hanno consentito notevoli risultati.
La più diffusa terapia è la TRT (Tinnitus Retraining Therapy) che stimola l’attività dei neuroni uditivi attraverso un arricchimento sonoro ambientale, finalizzato ad abituare il cervello a mascherare i rumori percepiti. Un ruolo essenziale nella percezione dell’acufene, infatti, è esercitato dalla corteccia cerebrale: è la mente a riconoscere questi suoni e farne scaturire, spesso, una sensazione di stress e ansia crescente; rieducando quest’ultima, dunque, si possono ottenere risultati sorprendenti.
Altri trattamenti affrontano l’acufene con differenti forme di terapia; attraverso l’uso di apparecchi acustici appositamente creati, inoltre, si possono mascherare i suoni di disturbo. Anche la musicoterapia e i suoni della natura spesso vengono utilizzati dai pazienti che soffrono di questo disturbo per mascherare i suoni ma anche per calmare la mente.
L’ansia e la frustrazione, infatti, sono i principali nemici nella cura per l’acufene: il coinvolgimento della nostra mente gioca un ruolo essenziale nella gestione del disturbo ed è, spesso, a partire da quest’ultima che si possono ottenere i risultati più soddisfacenti.
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