Chi lavora nel mondo dell’audioprotesi sa dell’importanza del test uditivo, di quanto esso sia semplice da svolgere e fondamentale per prevenire qualsiasi deficit dell’efficienza uditiva.
Eppure per tantissime persone esso non è “solo un controllo dell’udito”, bensì costituisce un ostacolo, qualcosa da temere e, dunque, da rimandare il più possibile. Questo è certamente sbagliato e deleterio per la propria salute, ma ci sono ragioni molto precise.
Cosa spinge le persone a rimandare il test uditivo?
Innanzitutto la perdita di udito si manifesta in modo graduale, con il passare del tempo, e non è sempre evidente. Essa non ha sintomi tangibili e spesso induce a considerare l’ipotesi di un test uditivo solo quando la sua insorgenza è già avvenuta da tempo. La maggior parte delle persone, ad esempio, inizia con una perdita uditiva nelle prime frequenze, continuando a sentire bene in quelle basse; ciò significa che in un primo tempo può non accorgersi di nulla.
In secondo luogo, pur avendo preso coscienza della propria perdita uditiva, una persona può avere un blocco di tipo psicologico. È facile respingere un problema potenziale se non si è pronti ad affrontarne la possibilità. In media, possono trascorrere anche dieci anni prima che il paziente decida di sottoporsi a un test e correre ai ripari, e in dieci anni la perdita uditiva ovviamente si aggrava.
La perdita uditiva, poi, per tanti anni è stata assimilata alla vecchiaia o peggio al declino cognitivo della persona. Liberarsi di questo cattivo retaggio appare ancora molto difficile all’interno della società: le persone temono che il controllo dell’udito le induca a dichiarare ufficialmente il proprio deficit uditivo e vivono tutto ciò come un handicap insormontabile. Tutto ciò, in realtà, sortisce l’effetto contrario: perché la principale causa di declino cognitivo è proprio la perdita uditiva non trattata.
Un altro aspetto influente, infine, è quello relativo alle persone che “subiscono” la perdita uditiva. Spesso quest’ultima si costituisce come un problema più per le persone care a chi ne soffre, che per la persona stessa, che spesso neanche si accorge del suo deficit. Banalmente, se non riusciamo a sentire qualcuno che ci sta chiamando, quando finalmente avvertiamo il nostro nome, lo sentiamo per la prima volta. È lui ad averlo pronunciato più volte, e, dunque, a subirne la “frustrazione”. Per questo molte persone che soffrono di una perdita uditiva non capiscono perché chi interagisce con loro parli a voce alta o si mostri impaziente di essere ascoltato; ma sono proprio queste difficoltà di comunicazione a pregiudicare le relazioni delle persone che soffrono di una perdita uditiva e a condurre all’isolamento.
Se tu (o una persona a te cara) ti puoi identificare con quanto descritto sopra, non esitare a contattarci per prenotare il tuo controllo gratuito dell’udito. Rimandare non ti aiuta a risolvere i problemi di udito!
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