Tra i vari rischi del fumo in gravidanza figura anche il rischio per l’udito del bambino: negli ultimi anni, infatti, diversi studi hanno dimostrato le ripercussioni negative dell’assunzione della nicotina da parte delle donne in dolce attesa.
Tempo fa uno studio pediatrico condotto dalla New York University School of Medicine segnalò che l’esposizione al fumo materno aumenta il rischio per l’udito del bambino e, spesso, si costituisce come causa di ipoacusia in età adulta. Degli oltre 950 adolescenti coinvolti, infatti, il 16% era stato esposto al fumo della propria madre durante la gravidanza e per loro la perdita di udito risultava tre volte più probabile che per gli altri.
Oggi, ricerche più recenti stanno cercando di individuare quali altri effetti può avere la nicotina sull’udito del bambino: in particolare, una ricerca condotta da alcuni scienziati tedeschi ha cercato di indagare le ripercussioni in termini di deficit uditivi di un’esposizione cronica alla nicotina durante lo sviluppo perinatale (dalla 28esima settimana di gravidanza fino al 28esimo giorno post-parto), inclusi il ritardo nello sviluppo del parlato e le difficoltà nell’apprendimento.
La ricerca ha interessato il tronco encefalico e in particolare il lemnisco laterale, una fibra che ha il compito di trasferire i segnali del suono dalla coclea all’encefalo e che si divide in varie parti, tra cui il nucleo ventrale del lemnisco laterale (il preciso oggetto dello studio).
L’indagine degli scienziati è riuscita a dimostrare che la nicotina è in grado di ridurre di oltre il 50% le sinapsi dei neuroni presenti in questa zona del cervello; questo determina necessariamente un rallentamento del tempo di trasmissione e dunque una riduzione delle informazioni sonore trasmesse.
L’udito del bambino ne risulta indubbiamente penalizzato e con lui anche le capacità di sviluppo del parlato e la capacità di apprendimento. Queste considerazioni si aggiungono alla già lunga lista di ragioni per le quali fumare mentre si aspetta un bambino è quanto di più sbagliato si possa fare per la propria salute e per quella del neonato.
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